Supply chain nel food & beverage: sfide e opportunità nel 2021

Pubblicato il 15 Ottobre 2021

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Bergeron
Fabien
Key Account Manager
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Magazzino
E-commerce
FMCG

Questo articolo si propone di illustrare le principali difficoltà affrontate oggi dalla maggior parte delle aziende del settore food & beverage e di fornire alcuni consigli su come ovviare ai problemi più ostici.

Le aziende del food & beverage sono abituate alle imprese difficili e, come la stragrande maggioranza delle organizzazioni, si trovano spesso a misurarsi con l'insorgere di sfide sempre nuove che ostacolano il normale svolgimento delle attività. Che si tratti di rispettare le nuove normative o di sapersi adattare alla domanda del consumatore in costante evoluzione o, ancora, di rafforzare le proprie supply chain per prevenire le possibili rotture, queste aziende non possono permettersi di abbassare la guardia se vogliono restare al passo con la concorrenza.

Alcuni dei principali problemi affrontati oggi dalle aziende di questo settore sono:

  • L’evolversi della domanda del consumatore, sia in termini di volumi che di varietà dei prodotti consumati.
  • L’aumento dei volumi delle transazioni dirette al consumatore (DTC). Visto il numero sempre più alto di persone che fa acquisti da casa, la creazione e la gestione di queste reti di distribuzione sono ormai diventate attività a tempo pieno per le aziende del food e della ristorazione.
  • L’insorgere di falle nelle reti di trasporto necessarie alla consegna degli ordini DTC (ad esempio, la scarsità di camionisti e di container marittimi, le limitazioni della capacità di trasporto ecc.).
  • Presenza, composizione e localizzazione della manodopera. A dispetto della ripresa economica fin qui registrata, in certe zone continua ad essere difficile reperire livelli di forza lavoro sufficienti all’espletamento delle attività aziendali.
  • L’incertezza sulla trasmissione del virus ha portato molti paesi ad adottare politiche protezionistiche sugli alimenti interrompendo la continuità necessaria al buon funzionamento della supply chain.
  • Queste politiche protezionistiche hanno, a loro volta, fatto lievitare il prezzo di alimenti e bevande in tutto il mondo, rendendone meno accessibile l’approvvigionamento a livello globale.
  • La riduzione del numero di passeggeri sui voli di linea di tutto il mondo (canale privilegiato per la maggior parte dei prodotti deperibili) ha causato una contrazione del trasporto aereo delle merci.
  • La salute e la sicurezza dei lavoratori, questioni che si sono complicate con la diffusione della pandemia. Un esempio fra tanti: le aziende si sono viste obbligate a stravolgere l’organizzazione dei propri stabilimenti per adattarsi alle direttive sul distanziamento sociale. Doug Mefford, product marketing manager di Generix Group Nord America, ha spiegato in una recente intervista come l’uso di un software gestione magazzino (WMS) possa migliorare l'ambiente di lavoro del personale e ridurre al tempo stesso possibili rischi ed errori.
  • La scarsa disponibilità di materie prime e componenti si ripercuote sulla produzione. Se da un lato persiste una certa carenza di giacenze nella supply chain, dall’altro il mercato attuale vede il protrarsi di una situazione in cui risulta difficile reperire diversi materiali, dall'acciaio alla resina fino ai componenti elettrici.
  • La penuria di scorte incide sulle vendite delle aziende produttive e distributive.

L’elenco delle sfide che oggi le aziende del food & beverage devono affrontare non si esaurisce qui, ma questi pochi punti delineano il quadro di un settore ancora convalescente dagli effetti della pandemia che vede per il 2021 e per gli anni a venire l'imperativo di lavorare in modo più intelligente, rapido ed efficiente.

Cercasi resilienza a lungo termine

Con la diffusione del virus sono sorte sfide senza precedenti per le aziende del food & beverage di tutto il mondo. Sono state adottate misure straordinarie per garantire alla supply chain alimentare di essere sicura, efficiente e dinamica. Le imprese leader del settore che si sono dotate di soluzioni agili sono riuscite a mitigare alcune delle conseguenze della pandemia, mentre le altre stanno ancora imparando a misurarsi con le nuove realtà imposte dalla crisi.

Indipendentemente dal loro livello di utilizzo delle nuove tecnologie, le aziende devono essere in grado di identificare, sviluppare e adottare in maniera rapida nuove capacità al fine di garantire la propria resilienza nel lungo termine.

ll Covid-19 ha impattato pesantemente sull’intera supply chain del food & beverage (F&B) in tutte le sue fasi, dal comparto agricolo fino al consumatore finale, scompaginando la capacità operativa del settore, senza risparmiare produzione, lavorazione, confezionamento e distribuzione. Il virus ha inoltre imposto un maggior grado di efficienza in termini di produzione, reso necessario da situazioni che probabilmente dureranno ancora a lungo, come un contesto normativo imprevedibile, ad esempio.

Tre misure da adottare subito

La buona notizia è che la supply chain alimentare di tutto il mondo ha quasi sempre evidenziato grandi capacità di ripresa di fronte alle sfide impreviste. Proponiamo qui tre misure che tutte le aziende del settore del food possono adottare subito per rendere le proprie catene di approvvigionamento più resistenti e responsabili:

Concentrarsi sulla versatilità del mercato. I canali che oggi consentono l’accesso al mercato, come i bar e i ristoranti, potrebbero impiegare mesi per riprendersi completamente dagli effetti del Covid-19. Per questo, le aziende devono investire sull’omnicanalità, con una particolare attenzione alle soluzioni online/digitali, rendendo possibile l’intercambiabilità dei prodotti su tutti i canali disponibili.

Potenziare la gestione della supply chain end-to-end. Avvalersi di un insieme più ampio di fornitori, anche regionali, e disporre di un volume di scorte strategiche più elevato. Avere a disposizione un’ampia gamma di prodotti implica un aumento delle spese, ma permette la suddivisione dei rischi. Un’alternativa è semplificare le ricette e/o eliminare i prodotti problematici dai cataloghi, così da ottenere una gamma di articoli più snella e gestibile, che comporti meno rischi e costi inferiori.

Sfruttare gli ecosistemi tecnologici. Una buona visibilità della supply chain inizia dalla disponibilità di un solido hub tecnologico dotato di un sistema di gestione del magazzino (WMS), un sistema di gestione dei trasporti (TMS), un sistema di gestione del piazzale (YMS) e un sistema di gestione degli ordini (OMS). Dovrà inoltre avvalersi di tecnologie dell’industria 4.0 che forniscono competenze di livello avanzato. Le reti di approvvigionamento digitali renderanno le aziende meno vulnerabili nel lungo termine. I robot, ad esempio, riducono la dipendenza dalla manodopera migrante, mentre gli strumenti di tracciabilità e localizzazione aiutano le aziende a gestire i colli di bottiglia della supply chain.

Con la pandemia ancora in corso, le aziende dell’intera filiera alimentare devono costantemente soppesare gli effetti del virus nelle diverse aree della domanda, dell’offerta e dell'economia in generale. Grazie alle strategie fin qui descritte, le aziende possono incrementare la loro resilienza e la visibilità della propria supply chain, smussando così le rigidità dell’ambiente operativo attuale per prepararsi alle sfide del futuro.

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