E-commerce: boom e impatto sulle attività di magazzino

Pubblicato il 11 Febbraio 2021

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luc_larocque
Larocque
Luc
Vice-President Sales
Categorie
Magazzino
Supply Chain

Quando le aziende, a metà degli anni ’90, iniziarono a vendere i loro prodotti direttamente ai consumatori via Internet, non erano affatto consapevoli che stavano gettando i semi di un'industria del retail dal valore di svariati miliardi di euro spinta esclusivamente dalla tecnologia.


Al volgere del secolo, vi erano ancora numerosi fattori che ostacolavano il passaggio al retail online: limitazione della larghezza di banda, che ha rallentato l'esperienza di acquisto via Internet; sistemi di pagamento online non sicuri, senza dubbio il principale problema quando si parla di esposizione delle informazioni delle carte di credito; metodologia di evasione degli ordini pensata per consegne di grandi volumi anziché di singoli prodotti.

Ci sono stati senza dubbio altri fattori, ma quelli elencati costituivano i principali ostacoli alla transizione. Poi, con i rapidi progressi della tecnologia, è migliorata anche l’esperienza d’acquisto e la sicurezza dei pagamenti elettronici. La larghezza di banda è cresciuta in maniera esponenziale e ha velocizzato l'intero processo degli acquisti online.

Tutto questo, a sua volta, ha attirato sempre più aziende nel mondo del commercio elettronico e le attività di magazzino sono state costrette ad adattarsi all'esigenza sempre più impellente di un’evasione degli ordini basata su singoli articoli.

La tendenza al retail online è decisamente cresciuta verso la metà degli anni 2000 con l'introduzione dell'iPhone e poi degli smartphone, in pratica computer portatili con accesso a Internet nelle mani dei consumatori. Come risultato di questa escalation tecnologica, l'e-commerce ha iniziato ad accelerare in termini di quota percentuale su tutto il retail e sempre più consumatori hanno iniziato a comprendere quanto fosse facile acquistare qualsiasi cosa desiderassero, in qualunque posto si trovassero e a qualunque ora del giorno e della notte. Insomma, era come se ci fosse un centro commerciale globale virtuale aperto 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Alcuni ritengono che il ritmo sostenuto con cui ha viaggiato l’e-commerce negli ultimi anni abbia inciso pesantemente sulle vendite dei grandi magazzini e, per estensione, dei centri commerciali sparsi in tutto il mondo. In effetti, non è un’opinione errata, tuttavia il commercio elettronico ha anche contribuito a migliorare gli shopping center fisici, coinvolgendoli sempre di più in un’ottica di omnicanalità.

I dati pubblicati in una recente ricerca della Casaleggio Associati raccontano una storia di rapida crescita da parte delle vendite online negli ultimi cinque o sei anni: un aumento medio di +15% dal 2015 al 2019 rispetto a una tendenza che non supera il +1% fatta registrare nello stesso periodo dai negozi fisici (dati Istat). In termini di valore, le vendite offline del retail hanno superato di gran lunga quelle online, ma, volendo utilizzare una massima del mercato borsistico, "il trend è tuo amico" e il trend ha messo in evidenza un incremento inarrestabile dell’e-commerce.

L'unica incognita era la rapidità con la quale queste vendite avrebbero proseguito la loro crescita. Gli avvenimenti cui abbiamo assistito a partire dallo scorso marzo, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò che l’epidemia di Covid-19 in Cina era diventata una vera e propria pandemia, hanno senza dubbio fatto chiarezza. In Italia, aziende, scuole, fabbriche e uffici pubblici hanno chiuso i battenti per il lockdown, e quei dipendenti che nel frattempo non sono stati licenziati o messi in cassa integrazione hanno iniziato a lavorare da casa, contribuendo a far aumentare il commercio elettronico. Secondo il Consorzio Netcomm, infatti, nei primi quattro mesi del 2020 i nuovi consumatori online sono stati 2 milioni, di cui 1,3 milioni sono da attribuire direttamente all’impatto del Covid-19.

E mentre la pandemia prosegue, senza possibilità di intravederne attualmente la fine, questo modello di consumo online continua a crescere per una serie di motivi: è sicuro, è facile e le consegne sono puntuali.

Per gli operatori di magazzini e centri di distribuzione la consegna puntuale si gioca soprattutto sul cosiddetto "ultimo miglio", la fase finale della spedizione di un prodotto a un consumatore o a un cliente commerciale. Il rapido incremento dell'e-commerce prima della pandemia ha assunto la forma di una curva balistica in seguito alla diffusione del virus e ha messo in evidenza numerosi fattori che influenzano direttamente l'efficienza con cui vengono condotte le attività all'interno di depositi e centri di distribuzione. Vediamo insieme alcune delle sfide più importanti che oggi il magazzino deve affrontare.

Il giusto numero di magazzini nelle sedi appropriate

Un tempo, un solo magazzino di circa 7.400 metri quadri sarebbe bastato per soddisfare le esigenze dell'"ultimo miglio", tuttavia quella struttura forse non sarebbe stata vicino ai clienti.

La consegna puntuale è una delle principali necessità dei consumatori moderni, insieme alla consegna gratuita. Per soddisfare entrambe, gli operatori di magazzini e centri di distribuzione devono assicurarsi che le strutture si trovino nelle immediate vicinanze degli utenti finali. Secondo una recente ricerca realizzata dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, la crescita dell'e-commerce è tra i principali fattori dell’attuale tendenza a progettare magazzini con superfici e altezze più elevate, con un maggior numero di porte e mezzanini per la gestione di nuovi servizi e l’utilizzo di soluzioni automatizzate.

Oggi, inoltre, l'ubicazione preferita per i nuovi magazzini è nei centri urbani, vicino ai clienti, anziché in sedi più periferiche.

Dai grossi ordinativi ai singoli articoli

Il motivo secondo cui un tempo i magazzini si trovavano molto più distanti dai clienti era perché l'evasione degli ordini veniva effettuata in grossi quantitativi e la consegna, sebbene dovesse essere tempestiva, non era necessario che avvenisse in soli due giorni. Oggi questa esigenza è diventata la norma, e ad essa si aggiunge la necessità di evadere singoli ordinativi. L'epoca dei grandi volumi, infatti, sta finendo e, invece di spedire ingenti carichi di merci destinate a grandi magazzini, ad esempio, oggi le consegne sono costituite sempre più frequentemente da singoli articoli recapitati ad abitazioni private e sedi di uffici da aziende specializzate in attività di corriere espresso dotate di camion e furgoni dalle dimensioni piuttosto ridotte.

Le fluttuazioni della domanda

Se c'è una cosa che la pandemia ha generato, talvolta anche in maniera selvaggia, è la fluttuazione della domanda. Nei primissimi giorni dell’emergenza sanitaria ad esempio le vendite di alcool e disinfettanti per le mani e per gli spazi si sono impennate, mettendo sotto molta pressione i magazzini che hanno dovuto fronteggiare una miriade di ordini. Inevitabilmente, le scorte hanno iniziato a scarseggiare, gli scaffali dei supermercati si sono svuotati e i consumatori si sono dati da fare per trovare alternative.

Questi rapidi e repentini cambiamenti della domanda hanno lasciato in affanno non pochi operatori di magazzino, evidenziando l'urgenza di poter disporre di mezzi per prevedere le tendenze future della domanda e rispondere in modo proattivo.

Il negozio che non chiude mai

C'è stato un tempo, ormai già diversi anni fa, in cui non si potevano fare acquisti di domenica, una consuetudine che oggi sembra obsoleta, un po’ come il lattaio che consegnava ogni giorno il latte fresco a domicilio. Ormai diamo per scontato di poter fare acquisti sette giorni su sette, e nel mondo del retail online si è progressivamente imposto il modello di un marketplace aperto in qualsiasi momento, dove la consegna il giorno successivo all’ordine sta diventando rapidamente il punto di riferimento. Proprio come il negozio online anche il magazzino non chiude mai, con gli addetti che evadono gli ordini per tutta la notte in modo da facilitare la consegna il giorno seguente. Con tutto ciò che questo comporta ad esempio in termini di reperimento della manodopera necessaria.

Cosa significa tutto questo

Le attività dei magazzini e dei centri di distribuzione sono giunte a un punto tale per cui la tecnologia deve svolgere - e sta svolgendo - un ruolo fondamentale. Gestire i depositi in più sedi, essere operativi 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno, reperire personale per soddisfare l’intero fabbisogno delle 24 ore, evadere ordini di piccole e grandi dimensioni, avviare velocemente le merci verso le loro destinazioni finali ed essere sufficientemente agili da modificare i requisiti operativi in base alle variazioni della domanda non sono attività che possono essere svolte soltanto da persone, indipendentemente dalle loro capacità di gestione.

È fondamentale introdurre soluzioni software tecnologiche che possano farsi carico di svolgere compiti ripetitivi, tracciare le spedizioni in ingresso e in uscita senza errori, prevedere le variazioni della domanda usando l'intelligenza artificiale e fare tutto questo senza soluzione di continuità su un numero qualsiasi di strutture, dando al personale di magazzino la possibilità di rendere al massimo delle proprie capacità.

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