Indicatori di gestione degli stock: imparare a interpretarli

Pubblicato il 9 Luglio 2019

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Laurent_cochet
Cochet
Laurent
Senior Principal Consultant
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Magazzino
Supply Chain

Gli indicatori di gestione degli stock sono alleati preziosi perché offrono il quadro d'insieme della salute di un'impresa: consentono infatti di misurare il rinnovo degli stock e le performance di vendita e di approvvigionamento. Per sfruttare appieno il loro potenziale, bisogna tuttavia saperli interpretare: ecco alcuni consigli.

 

Mettere gli indicatori di gestione degli stock in prospettiva

Gli indicatori di gestione degli stock sono lo strumento più accurato per misurare lo stato di salute di un'impresa. Ogni area dell’azienda si focalizza su indicatori differenti ovviamente: ad esempio, se i responsabili vendite sono interessati ai volumi di fatturato generato dai negozi e le direzioni amministrativo-finanziarie ai costi di gestione, i responsabili della supply chain tengono invece sotto stretta sorveglianza gli indici di rotazione e di copertura degli stock.


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L'indice di rotazione (domanda totale/stock medio) consente di valutare il rinnovo degli stock in qualsiasi momento, consapevoli che un indice di rotazione elevato è sintomo di buona performance. L'indice di copertura (stock medio/domanda media), secondo indicatore fondamentale, garantisce la sicurezza degli approvvigionamenti "just-in-time".

Questi indicatori non si tramutano tuttavia direttamente in performance: una volta noto l'indice di rotazione e l'indice di copertura, bisognerà ponderarli con altri dati:

  • Gli obiettivi di gestione: il tasso di rinnovo risponde agli obiettivi fissati a monte? L'entrata merci è sufficiente rispetto alle previsioni di vendita?
  • I numeri sul lungo termine: impossibile valutare le performance senza benchmark interni. Moltiplicando le misurazioni potrete confrontare i dati dei diversi periodi temporali e seguire l'andamento delle vendite nel lungo termine.

 

Confrontare gli indicatori con i dati del mercato

Per valutare le performance della propria azienda con la massima accuratezza, sarà necessario sviluppare i benchmark. Si avrà quindi tutto l'interesse a confrontare i propri numeri con quelli degli altri player sul mercato.

A questo scopo è possibile confrontare i propri indici di rotazione degli stock con gli indici medi dei competitor diretti e delle società affini che operano nello stesso settore di attività, informazioni che possono essere ricavate da riviste finanziarie che pubblicano le classifiche degli indici medi in funzione del settore. Attenzione però: i valori menzionati costituiscono soltanto delle medie. Se si rilevano variazioni sostanziali tra i propri dati e quelli dei principali concorrenti sul mercato, non bisogna allarmarsi perché in alcuni casi le aziende hanno interesse a mostrare indici sensibilmente più alti o più bassi rispetto ai valori mediani.


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Gestione degli stock: organizzare la dashboard

Per calcolare rapidamente l'indice di rotazione, è possibile ad esempio utilizzare il calcolatore dell'indice di rotazione degli stock BDC. Questo strumento chiede all'utente di scegliere il settore di attività e immettere i dati di calcolo (costo dei beni venduti e valore dello stock medio). Si ottiene così l'indice ipotetico di rinnovo degli stock, che sarà poi possibile comparare con il valore medio per il settore.

In seguito, sarà poi importante assicurarsi di seguire scrupolosamente gli indicatori per ogni referenza e per la totalità dello stock. Queste valutazioni dovranno essere ripetute con cadenza regolare, ad esempio tutti i mesi o tutte le settimane, per confrontare efficacemente i dati tra loro. La chiave di un’interpretazione efficace dei dati sta nel monitorarli pazientemente nel lungo termine.


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Ultimo dettaglio da non trascurare: durante il confronto bisogna fare attenzione a utilizzare i medesimi valori nel calcolo del tasso di rotazione. Ad esempio, se si opera in più paesi, è bene assicurarsi che la valuta di riferimento sia sempre la stessa affinché il confronto sia pertinente.

 

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