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Magazzino, Supply Chain
February 23, 2021

Come robotica e automazione cambieranno il magazzino per sempre

Già in attuazione pre-Covid, l’impulso all’automazione dei magazzini e all’utilizzo di robot è oggi in crescita grazie alla diffusione delle norme di distanziamento sociale, al boom dell’e-commerce generato dalla pandemia e a una spinta globale a fare di più con meno.

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Non è trascorso molto tempo da quando Modex e ProMat, i saloni d’oltreoceano dedicati alla movimentazione dei materiali, mettevano in bella mostra oggetti robotici di tutti i tipi all’interno dei loro percorsi espositivi. Programmati per afferrare scatole di Tic Tac o palline da ping pong e disporle ordinatamente in imballi da spedizione, i bracci robotici ronzavano e si muovevano a scatti mentre i visitatori li osservavano con la bocca spalancata.

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Compiendo un balzo in avanti di qualche anno, oggi la tecnologia robotica può essere ammirata – in diverse forme e fogge – in quasi tutti gli stand di queste enormi fiere industriali e commerciali. Dai robot autonomi che si aggirano nelle aree di lavoro insieme agli operatori in carne e ossa ai bracci robotici dotati di una percezione sensoriale simile a quella umana, fino alle applicazioni intelligenti che supportano il dispendioso processo di reso dei prodotti, i robot e l’automazione costituiscono una realtà all’interno dei magazzini odierni.

Il Covid ha accelerato questa evoluzione, non solo spingendo tantissime persone ad acquistare online – tendenza che ha incrementato i volumi degli ordini dell’e-commerce – ma anche determinando l’adozione di norme di distanziamento sociale. Come risultato, il numero limitato di addetti che possono essere presenti in un’area di lavoro in uno stesso momento e la necessità di “fare di più con meno” in un periodo di recessione stanno inducendo sempre più aziende a esplorare il campo dell’automazione e della robotica.

Stare alle regole del gioco

Il distanziamento sociale sul luogo di lavoro significa meno addetti in una stessa area e minore produttività, sempre che, naturalmente, le aziende non premano sull’acceleratore seguendo il trend della robotica/automazione. Oggi, questa tecnologia si sta dimostrando un’ancora di salvataggio per un nuovo contesto in cui il distanziamento sociale sul luogo di lavoro, unitamente ad altre norme, impedisce alle aziende di stipare centinaia di operatori in spazi angusti.

Certamente l’automazione non è nata ieri, già da decenni un po’ in tutti i magazzini del mondo si utilizzano nastri trasportatori e sistemi di smistamento. Con l’introduzione dei veicoli a guida automatica (AGV) e dei robot mobili autonomi (AMR), sempre più aziende hanno iniziato a considerare il “co-picking” dei prodotti come un modo per ridurre la loro dipendenza dalla manodopera. Lasciare che i robot svolgano attività ripetitive riduce anche i rischi ergonomici dell’ambiente di lavoro e consente agli addetti di concentrarsi sulle mansioni più importanti.

Sfruttare l’automazione per la separazione

Il giorno in cui una torre di controllo fungerà da base per un magazzino completamente robotizzato senza la presenza umana (o addirittura di luci) non è ormai molto lontano. In effetti, stiamo già assistendo a questa tendenza all’interno degli spazi produttivi, in cui la robotica ha preso il posto di una fetta significativa della forza lavoro fisica, consentendo livelli più elevati di prevedibilità e coerenza in termini di produzione e aiutando le aziende a soddisfare meglio le esigenze dei propri clienti.

Il concetto di magazzino automatico senza la presenza di operatori non rappresenta di certo una novità e le aziende stanno prendendo in maggiore considerazione tale possibilità a causa dell’attuale pandemia. Stanno rivolgendo anche maggiore attenzione all’uso generale della robotica e dell’automazione in ambienti affollati, dove non sempre è possibile mantenere una distanza di due metri l’uno dall’altro. La convergenza dei robot e dell’automazione in questi contesti può aiutare le aziende a garantire la salute e la sicurezza della loro preziosa manodopera umana senza la necessità di assumere altro personale.

Per conseguire questi obiettivi, le aziende stanno esplorando soluzioni come la tecnologia di picking goods-to-person, le navette ad alta densità e i sistemi automatizzati di stoccaggio e recupero (AS/RS), con questi ultimi che facilitano una maggiore densità di deposito e un più efficiente utilizzo della cubatura. Consentendo ai magazzini di estendersi in verticale anziché in orizzontale, queste tecnologie permettono di occupare meno superficie e di creare nuove efficienze per le operazioni di evasione degli ordini.

A un livello più elementare, i caroselli orizzontali possono anche aiutare le aziende a osservare i nuovi requisiti di distanziamento sociale. Ad esempio, un’organizzazione goods-to-person può essere configurata con separatori in plexiglas tra le postazioni di lavoro, riducendo così al minimo la stretta interazione tra gli addetti. Questo aggiunge anche un livello di protezione supplementare: consentendo una separazione “uomo/macchina” all’interno dei meccanismi di consegna, la possibilità di infortuni correlati ai macchinari è notevolmente ridotta.

Amazon si tuffa nell’AI

Da quando Amazon ha acquisito Kiva Systems nel 2012, è diventata una delle società all’avanguardia nella movimentazione robotica di magazzino. Oggi, questo gigante mondiale dell’e-commerce compie un ulteriore passo in avanti guardando all’intelligenza artificiale (AI) come risposta alle proprie sfide di distanziamento sociale. Come riportato recentemente dalla rivista Wired Italia, il software “Distance Assistant” di Amazon aiuta gli addetti dei suoi magazzini a mantenere una distanza di sicurezza gli uni dagli altri.

Amazon ha implementato questa tecnologia all’interno di un piccolo numero di stabilimenti, con piani di lancio in altre sedi per l’immediato futuro. Utilizzando un sensore “a tempo di volo” (ToF) simile a quello delle fotocamere con rilevamento della profondità che si trovano sugli smartphone come il Galaxy S20, il software misura la distanza tra gli addetti.

“Più telecamere riprendono e proiettano su un monitor da 50 pollici quali operatori stanno seguendo le misure di distanziamento sociale e quali no”, riporta l’articolo di Wired Italia. “I primi sono cerchiati in verde, mentre gli altri in rosso danno un immediato riferimento visivo a chi sta lavorando”.

E non finisce qui

La spinta all’automazione iniziata prima del Covid è stata ampiamente guidata dai vincoli imposti al mercato del lavoro, oltre che dalla necessità di maggiore prevedibilità e minore variabilità in termini di manodopera.

Un ambiente di lavoro con un elevato turnover di personale, il costo della formazione e della retention degli addetti sono fattori che possono erodere gli utili netti di un’azienda. L’automazione e la robotica avevano già iniziato a “colmare” una parte di queste lacune, e ci aspettiamo che tale tendenza continui ancora negli anni a venire, man mano che le aziende recupereranno terreno dopo le difficoltà dovute al Covid e si prepareranno per i prossimi potenziali eventi turbativi.

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