La green supply chain, una transizione in atto
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Mosse da obiettivi di efficienza e di redditività, le aziende si stanno progressivamente digitalizzando, stipulando accordi di servizio su piattaforme di digitalizzazione dei processi (acquisti, supply chain, operazioni legali, pagamenti, ecc.). Generix Group offre ad esempio la digitalizzazione dei processi della supply chain, con l’inclusione della fatturazione.
Alcuni player ben posizionati sul mercato della digitalizzazione gestiscono oggi piattaforme attraverso le quali transitano grosse quantità di informazioni inerenti ai processi operativi delle aziende. Nell’ambito della fatturazione elettronica, questi player registrano numerosi movimenti finanziari riguardanti i servizi fiscali dei paesi e, nel tempo, potrebbero diventare delle agenzie di Stato o addirittura vedere accresciuto il loro potere di vigilanza. Questo modello, ad esempio, è già apprezzabile in paesi come la Russia, il Messico o la Cina.
L’interoperabilità designa la capacità di un sistema o di una piattaforma di ricevere i dati di un partner indipendente o di un’altra piattaforma spesso concorrente. Una condizione, questa, essenziale per il buon funzionamento dei sistemi di fatturazione elettronica come Generix Invoice Services.
Questo principio di libero scambio delle informazioni tra operatori garantisce inoltre la riduzione dei costi e l’efficacia in materia di gestione. Per i manager intervistati sulla questione si tratta di un concetto ben chiaro che rappresenta anzi una delle loro preoccupazioni principali.
Ogni giorno, milioni di documenti professionali transitano da un operatore all’altro e da un paese all’altro attraverso oltre 2000 reti ripartite nel mondo. Secondo le normative vigenti, gli scambi avvengono direttamente tra partner commerciali o in collegamento diretto con le autorità doganali e fiscali.
Ogni player ha esigenze specifiche proprie in materia di fatturazione e di diffusione dei documenti commerciali. Nel tempo, le reti si sono quindi evolute in funzione dei vincoli di ciascuno, spesso a livello nazionale e seguendo logiche proprietarie, al punto che ormai è diventato difficile scambiare messaggi tra reti diverse in maniera totalmente interoperabile.
L’interoperabilità si scontra, poi, con modelli di dati, modalità di trasporto o regole del core business divergenti. E anche nei casi in cui accettano l’interoperabilità, molti fornitori chiedono in cambio un corrispettivo economico, il che equivale a bandirla in molti casi.
Per inviare le fatture ai clienti, alcuni fornitori sono quindi obbligati a transitare attraverso un fornitore esterno che impone loro la sottoscrizione di un contratto di servizio. Queste pratiche impediscono la libera circolazione delle informazioni, limitano la produttività e ostacolano in maniera indiretta la digitalizzazione dei servizi.
Il tema è attualmente oggetto di discussione da parte dei governi nazionali ed europei, che auspicano di giungere ad una regolamentazione, con l’obiettivo di armonizzare le pratiche e fare in modo che gli operatori stiano al gioco senza erigere barriere economiche per l’interoperabilità.
Fautore di un primo successo in questo ambito, l’ente di normazione GS1 ha redatto una carta dell’interoperabilità delle soluzioni di fatturazione elettronica, sottoscritta nel 2013 da 35 operatori.
Le iniziative per favorire l’interoperabilità delle piattaforme di digitalizzazione
Sia a livello nazionale che internazionale, gli operatori delle reti si sono strutturati in associazioni per lavorare insieme all’interoperabilità delle piattaforme di digitalizzazione. Tra gli organismi che contribuiscono al suo miglioramento vi sono:
Da notare, inoltre, i lavori attualmente condotti dall’Unione europea sull’interoperabilità delle trasmissioni tra operatori (EMSFFEI, sottogruppo 4).
L’interoperabilità passa anche attraverso la conformità ad alcuni standard. A questo scopo, il Centro europeo di normalizzazione propone ad esempio un modello di dati interoperabili per l’e-procurement pubblico, un protocollo di trasporto, e si basa sul regolamento eIDAS volto all’identificazione e alla fiducia digitale.
Per approfondimenti: Fatturazione elettronica: le garanzie della certificazione PEPPOL
OpenPEPPOL è un’associazione creata nel 2012 in continuità con il progetto PEPPOL. Questa iniziativa europea si propone di semplificare gli scambi commerciali all’interno dell’Unione attraverso l’implementazione della cosiddetta “open network”.
Nell’ambito del sistema, ogni soggetto certificato OpenPEPPOL diventa un “provider” autorizzato all’interno dell’intera rete PEPPOL. Diventando provider autorizzati, le aziende possono beneficiare dei servizi offerti dalla open network per scambiare informazioni con i loro clienti attraverso una ventina di paesi in Europa.
Il funzionamento della rete è semplice: basta inserire i documenti nella rete PEPPOL, che si fa carico di distribuirli senza costi aggiuntivi ai destinatari. Se il principio deve coprire tutta la catena acquisti (inserimento a catalogo dei prodotti, ordini, spedizioni, ecc.), attualmente è utilizzato in modo particolare per la fatturazione elettronica.
Se tutte le operazioni fossero gestite in una blockchain unica, senza alcun dubbio non ci sarebbero problemi di interoperabilità. È per questo motivo che i governi si interrogano sulla posizione da adottare in questo senso.
Bisogna continuare a lasciar agire gli operatori per loro conto o istituire una blockchain pubblica? È necessario competere con i player privati? Come verrà amministrata una blockchain di questo tipo? Una blockchain in cui i player minori sono perlopiù cinesi o russi è indipendente?
Se questa tecnologia può potenzialmente risolvere il problema, essa rappresenta d’altra parte un grosso rischio finanziario. Il dibattito rimane quindi aperto ed irrisolto, al momento.
Con la crescente digitalizzazione delle aziende, l’interoperabilità dei sistemi informativi riveste oggi una dimensione fortemente strategica, in particolare per quanto riguarda la fatturazione. È il motivo per cui i governi e alcuni player della digitalizzazione si impegnano per rendere i sistemi totalmente interoperabili, a livello europeo e globale, in attesa di poter auspicabilmente risolvere il problema grazie alla blockchain.
Indipendentemente dal metodo che verrà adottato, l’interoperabilità sembra avere assicurato un futuro radioso negli anni a venire.
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